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  • Immagine del redattoreLucrezia Tomberli

IKIGAI: la “ricerca del senso” della propria esistenza.


IKIGAI è una parola giapponese e in quanto tale è molto difficile “tradurla” in italiano; il giapponese, infatti, è una lingua fatta di idiogrammi con molteplici significati complessi: uno stesso idiogramma può significare più cose e tradurre con una sola “parola” italiana rischia di far perdere la filosofia che sta dietro questo interessante concetto.


IKIGAI è composto da “iki” (vivere) e “gai” (ragione) e significa “Ragione di vita”, “Senso della propria esistenza”, “Motivo per alzarsi al mattino”;

Nella cultura giapponese il significato di IKIGAI assume anche toni maggiormente comunitari e per IKIGAI si intende anche quel “qualcosa di cui il mondo ha bisogno”, ovvero quel qualcosa che con la nostra persona possiamo offrire per migliorare la qualità di vita dell’altro. Nella cultura occidentale, tuttavia, la visione della comunità è molto diversa da quella giapponese e dunque in questa sede la lasceremo da parte per concentrarci su IKIGAI in un senso maggiormente personale.


L’IKIGAI può essere trovato in una passione(es. camminare in montagna, nuotare, leggere), ma anche in un luogo(mare, montagna) o in un’attività (cucinare, mangiare, fare volontariato).

IKIGAI è infatti tutto quello che ci fa sentire bene con noi stessi, che rappresenta la nostra ragion d’essere, il motivo per cui la vita ci sembra valer la pena di esser vissutae che ci fa venir la voglia di viverla con passione.


Qualcuno potrebbe trovare il proprio IKIGAI nel proprio “tempo libero”, qualcun altro nel proprio lavoro, qualcun altro nelle piccole cose del quotidiano (come fare una buona colazione, o passare del tempo coi propri amici). L’IKIGAI non è un qualcosa di semplice da individuare o raggiungere perché non esistono “liste” di possibili IKIGAI tra cui scegliere, enon possiamo “scegliere” qual è il nostro IKIGAI: possiamo solo provare questo IKIGAI, sentirlodentro di noi, profondamente, e scegliere di farci accompagnare dal nostro IKIGAI nel quotidiano. Perché vi sto parlando di IKIGAI in una pagina di psicologia? Ho letto con passione il libro “IKIGAI: il metodo giapponese. Trovare il senso della vita per essere felici”di Bettina Lemke in queste vacanze natalizie e subito me ne sono innamorata. Il concetto di IKIGAI è un qualcosa di estremamente psicologico ed estremamente “costruttivista”; il “costruttivismo” è una branca della psicologia – psicoterapia che pone al centro la persona: il suo modo di essere, funzionare, pensare, provare emozioni e tradurle in azioni; è un tipo di psicologia che considera centrale la “narrazione” della persona e i significati (senso) che questa attribuisce ai propri ricordi e vissuti. In questo senso l’IKIGAI mi è sembrato fin da subito un prezioso strumento della terapia: uno strumento che può aiutarci ad essere più sereni e appagati, uno strumento che può aiutarci a “succhiare tutto il midollo della vita” come diceva il Professor Keating ne “L’attimo fuggente” recuperando le parole di Henry David Thoreau.


Thoreauin questo senso aiuta moltissimo secondo me a comprendere cosa sia l’IKIGAI; recuperando le parole di Thoreau nel libro “Walden. Vita nel bosco” (1854): “Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici”. Thoreau in questo volume racconta la propria personale esperienza nei boschi, ovvero quando, stanco della vita mondana della società, si ritirò nei boschi decidendo di portare avanti una vita tra foreste, montagne, silenzio e agricoltura. Perché Thoreau decise di fare questo? Per coglierne i reali e profondi motivi consiglio di leggere il volume integrale, che è un vero capolavoro, ma in poche parole mi piace pensare che Thoreau avesse deciso di perseguire il proprio IKIGAI:avevo trovato un ambiente (il bosco) che per lui aveva un senso e che per lui aveva il significato di dare senso alla sua eistenza e “succhiare tutto il midollo di essa”. Ciò non significa che per tutti noi l'IKIGAI sia nascosto in un luogo della natura, per qualcuno di noi potrebbe anche essere andare ai musei, camminare tra opere d'arte, guardare i tramonti da alti palazzi. IKIGAI non è sinonimo di "perdersi nella natura" per trovare il senso della vita, ma "trovare il senso della vita" in ciò che ci piace. Non esistono limiti al nostro IKIGAI! Perché raggiungere il proprio IKIGAI? - Per trovare un senso alla propria esistenza; - Per alzarsi la mattina con maggior soddisfazione; - Per provare una felicità profonda nel fare quel che amiamo e essere quel che vogliamo e quel che più ci appassiona; - Ecc ecce cc.

Così come la complessità del termine “IKIGAI” non ci permette una traduzione univoca e semplice, allo stesso modo i motivi per cui raggiungere il proprio IKIGAI possono essere molteplici. Come poter raggiungere allora questo IKIGAI?

Prima di tutto è importante riconoscerlo: un piccolo consiglio è quello di “ascoltarsi”. Prova ad ascoltare il tuo corpo: cosa ti fa sentire “le farfalle nello stomaco”? cosa ti fa sentire “al posto giusto nel momento giusto”? cosa ti fa pensare che la vita sia meravigliosa e quando ti senti profondamente felice? Cosa ami fare? In quali cose sei più bravo? Questi sono i punti di partenza per riuscire a riconoscere l’area del proprio IKIGAI; ad esempio, potrebbe essere camminare silenziosamente nei boschi, osservare il mare in tempesta, ascoltare il fruscio delle onde, fare colazione al bar, e così via.

Una volta riconosciuto proviamo a chiederci: cosa potrei fare per vivere più intensamente questo IKIGAI ed inserirlo nel quotidiano?Molto spesso ignoriamo le nostre passioni, mettendole da parte in favore del “dovere”. Certamente ci sono dei “doveri” nella vita e non sempre è possibile dedicarsi alle proprie passioni, ma esistono le vie di mezzo: forse non potrò andare a camminare nei boschi tutti i giorni o tutti i weekend, ma sapere che il mese prossimo farò una gita in montagna può essere quel qualcosa che mi aiuta a sentire l’IKIGAI e ad affrontare il mese con maggior serenità. Anche la psicologia può aiutare a trovare il proprio IKIGAI Lavorando su di sé, facendo un vero e proprio viaggio di “esplorazione di sé” è possibile comprendere meglio cosa ci fa stare bene, cosa ci fa stare male, e a cosa poterci dedicare per essere davvero felici e appagati. Se teniamo a mente il concetto di IKIGAI ci rendiamo conto di quanto la letteratura ed il cinema siano pieni di riferimenti a questo concetto. Pensiamo per esempio al film/libro “Mangia, prega, ama”… non era forse una ricerca di “senso”? pensiamo a tutti quei libri o film dove il protagonista affronta una serie di peripezie fin quando non capisce cosa vuole fare nella vita e cosa lo rende felice… non è forse una forma di IKIGAI? Dove approfondire l'IKIGAI? Se cerchi un piccolo aiuto per la ricerca del tuo IKIGAI prova a leggere qualche libro - manuale sul tema, come per esempio quello di cui ho parlato di Bettina Lemke o quello di Hector Garcia e Francesc Miralles (Il metodo IKIGAI: i segreti della filosofia giapponese per una vita lunga e felice). All'interno di questi libri ci sono anche degli esercizi molto carini da poter svolgere a casa per poter trovare più facilmente il proprio IKIGAI. Per gli appassionati di letteratura scientifica, è molto interessante l’articolo “Sense of life worth living (ikigai) and mortality in Japan: Ohsaki Study” di Sone e colleghi (2008). Per gli appassionati di storiainvece può essere stimolante approfondire la storia degli abitanti di Okinawa, un gruppo di isole giapponesi in cui ci sono gli abitanti più longevi e in salute del mondo: la durata media della vita è 81 anni e gli ultra centenari sono circa il 20% della popolazione. Interessante è leggere come gli abitanti di queste isole si dedichino continuamente alle proprie passioni ed interessi, anche in tarda età, e come in questo senso assuma un ruolo centrale l’IKIGAI. Se senti di non avere nessuna passione, nessun interesse, se senti che "non c'è niente che valga la pena di esser vissuto" e che vivere non abbia senso,prova a darti una possibilità: Prova a chiamare uno psicologo, e chiedi un aiuto per trovare qualcosa che renda la vita piena di senso e "Worth living", ovvero degna di essere vissuta. Il mio numero è 3331647362, ricevo su Prato, Oste e Montemurloe posso aiutarti personalmente o aiutarti a trovare qualche collega più vicino a te se non sei disposto a fare un percorso via Skype.

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